sabato 20 febbraio 2016

Trovare sé stessi viaggiando

Come cambiamo quando dobbiamo partire per un viaggio? E come ci cambia viaggiare? Ecco tutti i cambiamenti che si mettono in moto viaggiando!


"La via più breve per giungere a se stessi gira intorno al mondo
Herman Keyserlin
Un viaggio è sempre una scoperta: di luoghi sconosciuti, di persone mai incontrate, di noi stessi. Il viaggio comporta coraggio, la direzione è sempre verso qualcosa di nuovo, che non si conosce, sia che si tratti di un viaggio di lavoro, di piacere o d’istruzione. Sono varie le emozioni che costellano ogni partenza: l'eccitazione o esaltazione che accompagnano l'attesa, la gioia del viaggio viene al ritorno contrastata dalla nostalgia, alcuni possono provare anche emozioni come paura e agitazione.
La psicologia del turismo si occupa di tutti i viaggiatori, in particolare studia il comportamento turistico: le componenti emotive, sociali, cognitive e motivazionali. Le motivazioni a viaggiare includono sia aspetti cosci che inconsci, sia necessità stabili che bisogni transitori. 
Bruschi, Pagnini e Pinazauti (1991) hanno individuato alcune motivazioni, tra cui: l'evasione dal quotidiano, l'esplorazione di se stessi, la ricerca di relax, la possibilità di promozione sociale inclusa nel viaggio, il miglioramento di interazioni sociali, la liberazione da costrizioni sociali.
Un importante aspetto che cambia l'andamento del viaggio è l'aspettativa di ogni viaggiatore. Ognuno si crea un'immagine interiore e questo influenza la presa di decisione della meta e delle proprie azioni. L'immagine non include solo l'aspetto turistico, ma anche l'immagine di se stesso che il soggetto ha scelto di sperimentare.

Il viaggio è fautore di cambiamento: è in grado di mutare l’identità di ogni viaggiatore. Quando viaggiamo cambiamo di “stato”, usciamo dalla nostra routine e dai nostri schemi. Ci scontriamo con nuove realtà, dove possiamo esplorare ed esplorarci attraverso una nuova prospettiva dove i nostri limiti vengono incontrati e 

superati e noi ci sentiamo più vivi, arricchiti e rinnovati. Essere calati in una realtà differente ci consente di vedere nuovi modi di vivere, scoprendo in sé stessi nuovi modi di essere. Adottiamo nuovi punti di vista, accrescendo quelli sulla nostra realtà, aumentando il nostro senso critico.

Vedere nuovi luoghi è un toccasana per la mente: guardando i luoghi incantevoli del mondo, la nostra mente in contemplazione, si placa e riposa.
Viaggiare cambia i nostri sensi. Essi si aguzzano attivandosi tra ciò che vedono, sentono, toccano, gustano.
Anche nel nostro cervello avviene un cambiamento, percorrendo nuove strade, conoscendo persone e imparando lingue le connessioni tra i nostri neuroni aumentano e noi “funzioniamo” meglio. Esaminando l'encefalo di 329 persone, l'equipe di ricercatori diretta da Michael Valenzuela dell'Università di Sydney, ha scoperto che chi aveva viaggiato molto e in generale aveva avuto una vita attiva, aveva anche una maggiore densità neuronale.
Il viaggio trasforma i nostri ricordi: ne costruisce di nuovi, trasforma quelli passati. Vengono stretti legami più intenso con gli amici o i familiari che ci hanno accompagnato.
"Viaggiare è come innamorarsi: il mondo si fa nuovo…". Jan Myrdal
"Non c’è uomo più completo di colui che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita". Alphonse de Lamartine

E tu dopo un viaggio come ti senti cambiato?

Lara Zucchini

Fonti:

Bruschi F., Pagnini E., Pinzauti P., Cultura turistica, Hoepli: Milano, 1991.
Gulotta G., Psicologia turistica, Giuffrè editore: Milano, 1997.

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