Faccio la valigia e vado via!!!... E'davvero così semplice lasciare il proprio paese? Ansie e paure, ma anche un modo per mettersi alla prova e un momento di crescita personale.
La parola CAMBIARE spaventa e anche tanto...
Spaventano
le conseguenze del cambiamento, spaventano le emozioni legate al cambiamento,
spaventa la sfida che il cambiamento implica, ma ciò che spaventa di più è
prendere coscienza che qualcosa nella propria vita non sarà più la stessa.
Dati
Istat riportano che circa il 40% dei giovani,di età compresa tra i 20 e 30
anni, ogni anno emigrano dal Sud verso il Nord e ben 60 mila giovani italiani
lasciano il paese, di cui il 70% laureati.
Questo può essere la conseguenza di un
cambiamento volontario, perché magari non trovano stimolante la città in cui
vivono, oppure è frutto di esigenze diverse, imposte e non volute. Si ritrovano
così a vivere da soli o con persone estranee, impareranno ben presto che devono
far affidamento solo su loro stessi. Dovranno rivoluzionare, cambiare,
modificare la loro vita, la loro visione del mondo e le loro routine.
È facile vedere nei loro occhi smarrimento, paura o
indecisione. Spesso questo genere di cambiamento è frutto di un attenta
analisi, derivante da mille domande: “Sarà questa la scelta giusta?; Sarò in
grado di affrontare questo cambiamento di vita?”. Per queste domande non c è una
risposta che possa essere valida per tutti, ne tanto meno nessuno può trovare
la risposta a questa domanda se non il diretto interessato.
Un consiglio che si potrebbe seguire è il vecchio
trucco dei Pro e dei Contro, una volta stilata la lista si prende la fatidica
decisione.
Ma sappiamo che in realtà non è così semplice
scegliere di affrontare questo cambiamento, bisogna interrogarsi su ciò che si
vuole, dove si vuole arrivare nella vita, dove e come ci si immagina tra 10
anni, cosa si reputa importante, bisogna focalizzare i propri obiettivi e
raggiungerli.
La riorganizzazione del proprio percorso di vita
incontra il concetto psicologico di resilienza.
In psicologia il termine resilienza viene utilizzato per indicare il
processo che permette la ripresa dello sviluppo dopo una lacerazione traumatica
anche in presenza di condizioni avverse. In parole più spicciole è la capacità
dell'uomo di resistere agli urti senza spezzarsi.
Secondo Boris Cyrulink è l'arte di navigare i torrenti,
ovvero la capacità di far ripartire lo sviluppo in una situazione diversa.
Cyrulink, psichiatra, psicanalista e docente
all'Università di Tolone (Francia) utilizza la metafora dei torrenti per
evidenziare come l'acquisizione e il potenziamento delle risorse interne
instaurino nel soggetto resiliente un senso di allegria e fiducia.
Avere una buona capacità
di resilienza permette a questi soggetti di potersi adattare ad una situazione
cosi nuova, cosi diversa. Essa è una componente chiave che permette di
trasformare questo cambiamento radicale in una nuova e avvincente sfida per i
nostri giovani.
Beh le paure di
affrontare un cambiamento del genere ci saranno sempre, così come la paura di
aver fatto la scelta giusta, ma queste spariranno nel momento in cui si dà
avvio alla nuova strada che si è decisi di intraprendere.
D'altra parte come
recita una famoso aforisma:
“Non
falliscono le persone che provano a cambiare e non ci riescono,
ma chi si lamenta sempre senza provare!!!”
Robysjacket.
Federica Lodato.
Fonti:
Boris Cyrulnik.(2005). "Costruire la resilienza". Milano, Erickson.
Per approfondimenti: Il dolore meraviglioso. B.Cyrulnik
Per approfondimenti: Il dolore meraviglioso. B.Cyrulnik
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