L'amore ci cambia, cambiamo insieme al nostro amato. Siamo in grado di relazionarci al cambiamento? Amare se stessi è la soluzione.
Siamo spesso in ricerca costante di qualcuno, di relazioni e di storie. In molte persone emerge il bisogno di entrare con gli altri in “relazioni intime”: c’è chi le cerca fugaci, chi cerca legami che durano nel tempo, chi ha solo bisogno di vicinanza emotiva, sostegno e comprensione.
D'altronde siamo animali sociali: abbiamo bisogno di confrontarci con gli altri, di sentirci parte di un gruppo e di entrare in relazione con le altre persone, seppur a livelli differenti.
Siamo spesso in ricerca costante di qualcuno, di relazioni e di storie. In molte persone emerge il bisogno di entrare con gli altri in “relazioni intime”: c’è chi le cerca fugaci, chi cerca legami che durano nel tempo, chi ha solo bisogno di vicinanza emotiva, sostegno e comprensione.
D'altronde siamo animali sociali: abbiamo bisogno di confrontarci con gli altri, di sentirci parte di un gruppo e di entrare in relazione con le altre persone, seppur a livelli differenti.
Nonostante
il bisogno di tessere storie relazionali accomuni
tutti, capita che ci sia chi invece rifugge dall'instaurare relazioni intime. Secondo
Hatfield (1987) si tratta del timore di fidarsi, di essere abbandonati, di
essere attaccati nelle proprie fragilità, di perdere la propria individualità. Altre
volte sembrano esser invece le relazioni intime a rifuggire alle persone:
innumerevoli volte ho sentito frasi come “non trovo quello giusto/a”…
immagino sia capitato anche a voi di sentire questa frase, oppure qualche volta
siete stati voi stessi a pronunciarla.
Per Carotenuto l'esclusione
dall'esperienza amorosa nasce da dentro, dalla drammaticità della propria
dimensione interiore, nasce da un'insaziabile sete d'amore in cui si percepisce
che mai nulla o nessuno ci potrà appagare. Nasce dal sentirsi
"poveri" quando si è "ricchi", brutti quando si è belli,
inermi, vulnerabili, quando al contrario si è forti. L'esclusione è, per
l'autore, quando non si accetta la ferita, è sentire ancora un disprezzo che è
cessato da tempo, finendo con il perpetuarlo masochisticamente. Ed è quando
si è sempre alla ricerca di un impossibile ideale di sé e dell'altro che si
finisce per "fallire" nella ricerca della relazione e dell'amore.
Ma che cos'è l'amore? Quando ci si innamora? Di chi
ci si innamora? Come si fa ad accorgersi che siamo innamorati?... Sembrano
esser le domande più ricorrenti che ci si pone e che le persone si pongono sul
tema dell'amore.
L’amore viene evocato dal futuro ed innamorarsi richiede un cambiamento. Ogni grande amore è un processo di mutamento, è un movimento in avanti, in cui tutto cambia e tutto si evolve, in cui si percepisce l'intenzione di esplorare una possibilità di vita più piena.
L’amore viene evocato dal futuro ed innamorarsi richiede un cambiamento. Ogni grande amore è un processo di mutamento, è un movimento in avanti, in cui tutto cambia e tutto si evolve, in cui si percepisce l'intenzione di esplorare una possibilità di vita più piena.
Come afferma Kierkegaard (1843 p.99): “L’amore ha molti
misteri, e questo primo invaghimento è anch'esso un mistero, e non il
più piccolo”.
Quello che conta quando ci innamoriamo è il
significato simbolico che la persona che abbiamo scelto
porta con sé e la porta che insieme a lui/lei ci si apre.
Quando invece non siamo pronti al cambiamento,
accade che il processo di innamoramento si ferma allo stadio iniziale e si
presenta come infatuazione o cotta e dopo un po’ svanisce.
È ad esempio il caso delle persone che qualche
tempo dopo, o anche appena dopo una breve infatuazione, si sentono attratte da
un’altra persona e continuano la loro ricerca di qualcuno capace di risolvere
il loro problema e di rispondere al loro bisogno.
Si rimane nello stato d’innamoramento fino a quando
l’altro non è afferrabile nella propria dimensione, sin quando qualcosa sfugge
alla nostra comprensione.
Quando siamo innamorati l’altro è un'immagine che
ci ossessiona, è il nostro pensiero dominante e diviene l’unico interlocutore
vero, il solo a cui poter rivolgere delle domande e da cui attendere una
risposta concreta, anzi la risposta.
Nell'innamoramento
e nella relazione amorosa il potere dell'Eros spazza via tutti i precedenti
punti di riferimento. L'amore rende soli, perché la sintonia con gli
altri esseri umani viene meno. Può infatti accadere di non sentirsi
compresi quando si vive un'esperienza amorosa, e nonostante questo da una parte
ci faccia sentire inquieti, dall'altra ci fa vivere un'esperienza
esaltante, perché ci fa sentire davvero unici al mondo. La controprova
della nostra unicità ci viene fornita dal sentirci amati dall'altro, a sua
volta unico, la sola persona che per noi, in quel momento, conti
qualcosa.
Finché
l'amore dura viene vissuto come qualcosa di definitivo, di perenne.
Nessuno può amare pensando che quel sentimento finisca, pensando che abbia un
limite. Perdiamo il senso delle cose, usciamo dalla realtà del quotidiano,
infatti l'amore cambia il nostro rapporto con la realtà. Per David
(1971) l'innamoramento "è uno specchio che vede" la virtù dello stato
amoroso che infrange i limiti ordinari dell'Io, in cui egli percepisce, conosce
con una nuova sensibilità diversa e una presenza nel mondo completamente nuova.
L’intensità e l’esclusività del rapporto d’amore
trasformano, vivificandolo, il modo con cui interpretiamo sia la realtà esterna
sia quella interiore.
“È come se una nuova moltitudine di immagini, di percezioni, di emozioni, riempisse i nostri canali sensoriali, aprendo all'anima un’altra dimensione. Nell'esperienza amorosa l’amore può illuminare di significato qualsiasi aspetto dell’esistenza”. A. Carotenuto
Quando
l'innamoramento finisce, perché si, finisce... la capacità di
mantenere ricca un’esperienza d’amore dipende dalla possibilità di
condividere con l’altro un arricchimento interiore,
il quale è, oltre che insito nella persona, scaturito dalla
relazione.
Amare è un autentico lavoro psicologico, il
più impegnativo che esista, proprio perché attiva in noi una nuova possibilità
di conoscenza del mondo.
Come fare quindi nel mutamento che l'amore comporta, a mantenersi in equilibrio
con la propria vita? Come fare a dotarsi delle capacità che ci permettono di
uscire dai fallimenti d'amore?
L’amore, può venire solo da se stessi, la
forza non ci viene donata, ma va conquistata duramente. La protagonista di un
romanzo di Jong (1984, pp. 155-156), alla sua bambina
che ascoltando la fiaba de La Bella Addormentata le chiede “E se il principe
non arriva?”, risponde che la Bella addormentata dovrà svegliarsi e
abbracciarsi forte. Solo così l’autoaccettazione può condurre verso
l’indipendenza, consentendo la relazione. E questo sembra essere l’unico modo
per “salvarsi la vita”.
La
vostra indipendenza insieme all'amore per voi stessi,
sono la chiave che vi consente di relazionarvi e che vi dona serenità anche
quando siete in assenza di relazioni intime, senza costringervi invano a
cercarne. Quando sarete indipendenti e imparerete ad amarvi non avrete bisogno
di cercare porti sicuri in cui approdare, perché sarete voi stessi la vostra
colonna portante. Ed è solo così che potrete costruire una relazione sana,
armoniosa, paritaria con l'altro.
Lara Zucchini
Fonti:
Alberoni F., Ti amo. Rizzoli: Bologna, 1996.
Carotenuto A., Eros e Pathos. Margini dell'amore e
della sopravvivenza. Bompiani: Milano, 1987.
David, C. La dimensione amorosa. Liguori:
Napoli, 1971
Hatfield
E., & Rapson R.L., Gender differences in love and intimacy:
The fantasy vs. the reality. In W. Ricketts & H. L. Gochros
(Eds.),Intimate relationships: some social work perspectives on love.
(pp. 15-26). New York: Hayworth Press, 1987.
Yong,
E., Paracadute e baci.
Bompiani: Milano, 1984.
Kierkegaard, S. Diario di un seduttore.
Rizzoli: Milano, 1843
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